Unità del corpo: La disciplina osteopatica considera l’uomo come unità di funzione: nella malattia come in salute tutte le parti del corpo lavorano in sintonia per raggiungere e mantenere il benessere psico-fisico.
Principio di autoguarigione: ogni organismo vivente possiede al suo interno tutto ciò che gli occorre per potersi “autoriparare”; l’osteopata serve solo a liberare tale potenzialità dai vincoli imposti dalle disfunzioni che si instaurano a livello corporeo.
La struttura governa la funzione: il corpo si evolve secondo un progetto genetico preciso, mirato a produrre strutture viventi in grado di compiere al meglio il proprio ruolo. Perché assolvano al loro compito è essenziale che abbiano e mantengano LA FORMA ottimale. Un’alterazione della forma di una struttura (es. artrosi) ne determina il suo cattivo funzionamento e quindi malessere per tutto l’organismo.
Il ruolo dell’arteria è supremo: Il sistema arterioso e venoso dà nutrimento a tutte le cellule del nostro corpo ed è in grado di garantirne la salute provvedendo anche ad eliminare i prodotti di scarto e le tossine. L’osteopata con le sue tecniche elimina gli ostacoli a questo “Fiume di vita” (sangue) permettendo alle forze auto-guaritrici di compiere il proprio lavoro.
Esistenza di una respirazione cranio-sacrale: Il cranio non è una scatola chiusa ma un’unità vitale connessa intimamente con tutto il rachide fino al sacro attraverso una continuità di membrane. Esiste un respiro ciclico, un’alternanza di cicli di espansione e ritorno di tutta questa entità che fa da mantice allo stato di salute di tutto l’organismo.